11 marzo 2013

Il valore di un libro (AAA post serio)

Mi ero ripromessa di pubblicare qui solo post umoristici, ma vado in deroga riproponendo qui un post nato per il mio altro blog (quello "serio").

Ultimamente NewtonKompton ha pubblicato una nuova collana ("Live") in cui il prezzo di copertina dei libri (in cartaceo) è di 0,99 euro.
La lettrice accanita e vorace che è in me ha immediatamente esultato, programmando una giornata (per lo meno) di shopping compulsivo. La professionista (ahem) si è domandata come possa NC sostenere da un punto di vista economico l'offerta.

Altri editori stanno polemizzando con l'iniziativa, sostenendo che in questo modo si squalifica la cultura rafforzando nel pubblico l'idea che un libro non può costare (e quindi non vale) più di tanto (se vi interessa, una di queste discussioni è su Twitter con hashtag #menodizero).

Ora, io so - per viverci dentro - che produrre un libro, e farlo con i dovuti crismi, costa. Sono anche d'accordo sul fatto che un buon libro debba costare un prezzo congruo (ti fa passare piacevolmente il tempo, ti apre la mente, è un bene durevole nel senso che te lo puoi rileggere quante volte vuoi etc.).
D'altro canto, penso pure che un prezzo basso (o bassissimo, nella fattispecie) possa consentire l'acquisto di libri a chi soprattutto in questo periodo non può permettersi spese "voluttuarie" (per intenderci, parliamo di gente che ama leggere ma non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, non di chi si lamenta della crisi e poi p.es. fa la fila tutta la notte all'Apple Store per avere in anteprima l'ultimo costosissimo nato), o invogliare chi non è cliente abituale delle librerie.

Voi che ne pensate?

25 commenti :

  1. Argomento complicato.

    Intanto partiamo dal discorso del " formato ".
    In elettronico, .99 è un prezzo ammissibile in quanto l'intero lavoro va eseguito una volta sola e non esistono costi di materiali fisici, stoccaggio, trasporto, resi, colori...
    Per un cartaceo mi sembra una cifra improponibile, anche ad utilizzare carta di pessima qualità e inchiostro fatto col fango.
    E' evidente che stiano vendendo sottoprezzo e di molto.

    Però capisco la logica di marketing: l'abbassamento del prezzo è una leva nota da sempre, e può portare al successo in quanto fidelizza il cliente.
    Esempio: compri a .99 il primo volume di una trilogia, ed il libro ti piace.
    Da chi comprerai il secondo, a prezzo standard?
    Ovviamente dallo stesso editore, perché formati / copertine saranno simili e quindi si genera continuità - ed è solo una questione estetica.
    Ma conta tantissimo.

    E' una leva utilizzabile solo in condizioni particolari, in primis avendo le casse piene o azzerando i costi: distibuzione, royalties, qualcuno deve perderci e non poco.

    Effetti: riavvicinare le persone ai libri?
    Mah. Non credo.
    Ormai la gente non legge, e non è più capace a leggere.
    Figurarsi a scegliere.
    Si, fabio volo è il mio esempio principale con moccia appena dietro.
    La parodi di certo è sul podio.

    Secondo me la domanda da porsi è: " Che obiettivo reale si è prefissata S&K? "

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  2. Secondo me in Italia c'è già il pensiero generale che occuparsi di cultura non convegna / non serva a niente / significhi sprecare tempo, per cui lo 0,99 secondo me intristisce chi la cultura l'ha sempre difesa e non fa più di tanto danni fra gli altri (purtroppo, dico).

    Bisognerebbe capire piuttosto perché di colpo questa politica diventa sostenibile, un po' come ai saldi: nel senso, ma se ora il vestito che prima costava 149 ora me lo vendete a 39, prima mi prendevate in giro? Dove andavano i soldi? Evidentemente al disegnatore (lo scrittore, qui) va sempre la stessa cifra, mentre il resto dei soldi andava in marchio o altre cose.
    Sto parlando liberamente e dico la prima cosa che mi viene in mente: ha senso?

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  3. Intanto mi correggo perché l'editore in questione è Newton Kompton, e non S&K come avevo scritto all'inizio (li confondo sempre!).

    Poi faccio due annotazioni "di contesto": NC è lo stesso editore che anni fa propose "100 pagine 1000 lire". Se non mi ricordo male, all'epoca si trattava di classici per cui è anche possibile ipotizzare quantomeno zero costi di diritti (tutti autori da lunga pezza defunti e quindi "liberi") e bassissimi costi di stampa (la carta era penosa, non c'era attenzione alla leggibilità effettiva della pagina, più copie stampi meno ti costano etc.).

    In questo caso, a quanto capisco dal primo piano di collana ci sono autori "liberi" (la Austen, Poe) e altri no; molti (quasi tutti) sono stranieri, quindi si aggiungono (forse) anche i diritti di traduzione... Insomma, ci vorrebbe un insider NC per capirci di più.

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    1. Me li ricordo: ne comprai davvero parecchi di quelli!
      Certo, la copertina si scollava come niente.
      Vero, alcune pagine erano stampate leggermente in diagonale.
      E' indiscutibile che in certi casi la carta puzzasse talmente tanto da costringermi a tenere il libro in balcone una settimana prima di poterlo leggere.

      Però i miei primi Lovecraft avvicinabili sono stati quelli.

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    2. Esattamente quello che intendevo io. Se avessi un patrimonio illimitato, lo sperpererei tutto in libri e scarpe.
      Purtroppo, dato che il patrimonio è al contrario limitatissimo, sono costretta a estrema ponderazione quando si tratta di acquisti. La NC ai tempi mi permise di esaudire molti desideri, alcuni di lunga data (tieni conto che dalle mie parti non esistono biblioteche decenti, e comunque un "vero" lettore deve possedere, non si accontenta del prestito)

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  4. lo scrittore Atomico Diego Cajelli ne parlava riguardo ai fumetti.
    La percezione che eh, ma 75 centesimi son tanti...- per un fumetto - in cui c'è brutalmente manodopera specializata dell'omino con la matita e del tipografo, mentre ristampare una novella di un defunto 'di nome' lo può fare anche una scimmietta ammaestrata.

    E a ben vedere, c'era Luca Goldoni che in uno dei suoi mille libri/raccolta di articoli, parlava di chi entrava in libreria alla fine degli anni'70, prendeva in mano un libro, lo soppesava, lo compulsava, girava la quarta di copertina, vedeva il prezzo - non una follia rispetto ad una cena, ad una cravatta, a molte spese voluttuarie comuni allora - e storceva il naso.
    C'era già, secondo Goldoni, la teoria de 'già faccio lo sforzo di leggerlo, devo pure pagarlo?'

    Quindi, non so: sparare fuori dei 'millelire-delnuovomillennio' non credo scalfisca la generica non accettazione che il contenuto sia gratis, che lo devo pure pagà? M'ho scarico dar'tubbo.

    Che ne vendano di più a quelli che già compravano - e magari negli ultimi tempi comprava meno - non so se copre le spese di una operazione del genere. Il che è un calcolo delle casse della casa editrice, facciano un po' quel che vogliono con i loro soldi.
    Ma è una questione minore.

    A mio parere, vendere Moccia solo in edizioni in pergamena a mille euro a copia o regalare Guerra e Pace mettendolo nelle buche assieme alle pubblicità del LIDL, sinceramente non credo cambi le attitudini di lettura dell'Italiano medio.

    (e, aggiungo: già la teoria de 'il libro elettronico costa niente di fisico' mi lascia perplesso: cambia la filiera, non paghi il camionista e il libraio, paghi il ruspista che mette giù un cavo di fibra ottica grosso un braccio e la server farm che consuma più luce che un concerto dei Pink Floyd)

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    1. Sono d'accordo su praticamente tutto.

      In particolare sul dare un valore al libro dal suo peso.
      Nenche fosse un melone.
      Regalare i libri, poi, è inutile: se non li leggono, o se smettono dopo una pagina perché è " troppo difficile ", non si arriva a nulla.

      Non concordo invece sulla qestione del digitale.
      Intanto lo scavo per la linea lo fai una volta.
      Ed una server farm non sta su solo per quell'epub, ma per altre migliaia e migliaia di prodotti + servizi.
      Nel totale il consumo di quel libro è considerabile nullo o trascurabile, specialmente se conti che pesa poco più di un MP3.

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    2. L'ebook per il momento ha un prezzo (percepito) ancora troppo alto se paragonato a quello del cartaceo, soprattutto considerando che è identico al cartaceo: un enhanced PDF, in pratica. Le potenzialità del formato digitale non le ha ancora scovate nessuno (men che mai gli Editori che certe ricerche dovrebbero farle di mestiere...)

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  5. Poi probabilmente c'è anche da considerare il fenomeno della coda lunga, ossia un libro valido continuerà a vendersi in carta, in ebook, in trasmissione telepatica neuronale, in saecula saeculorum, mentre il Moccia della situazione sarà dimenticato senza colpo ferire.

    La questione di fondo è che l'editore è un imprenditore atipico, in quanto produce cultura, ossia qualcosa a cui è intrinsecamente difficile dare un valore (e d'altra parte, la cultura non dovrebbe essere a disposizione di tutti?).

    Sarei sempre più curiosa di conoscere le valutazioni di marketing che hanno portato NC a produrre questa nuova collana.

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  6. stà brava che fra cent'anni studieranno Moccia come oggi noi siamo stati costretti con la violenza a studiare Manzoni - che, ci dimentichiamo, quel romanzo l'ha pubblicato a puntate su una rivista 'commerciale' per le masse e se tanto mi da tanto gli han dato del pirla non poco, all'epoca, i 'dotti' dei salotti letterali bene.

    Se ci siamo convinti che gli Strauss siano musica classica da sentire in frak a capodanno - senza capire che erano i Lady Gaga del tempo...

    Però si, per puro spirito di curiosità, sarebbe da capire che hanno in testa i valentuomini stampamillelire.

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    1. Per la cronaca, I Promessi Sposi è una cagata pazzesca!

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    2. (novantadue minuti d'applausi)

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    3. Se i Promessi sposi sono stati un problema per voi, vi lascio immaginare come + quanto + con quale ardore venivano insegnati qui a Milano.
      Era pura religione.
      In terza media dovemmo imparare un capitolo, a nostra scelta, a memoria.

      Alessà, nell'Arno ci dovevi affogare!

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    4. Noi al Liceo dovemmo leggerlo tutto e imparare a memoria l'Addio monti e la faccenda della madre di Cecilia. "Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci..." Due palle. E pure menagramo.

      Secondo me l'unica cosa tollerabile di Manzoni è il coro dell'atto III dell'Adelchi. Il resto tutto da buttare. Beghino, paternalista e lagnoso.

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    5. Nemmeno a me è mai piaciuto.
      Cazzo, avrebbero dovuto far leggere Asimov: razionalismo, logica, scienza, buon senso, amore. Non so, più educativo di così?

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    6. In ordine sparso, un po' di autori che valevano molto di più la pena: DeFoe, Dickens (con tutti i suoi difetti), la Austen per amor del cielo!, Zola, Hugo, Flaubert, Twain, Dumas...

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    7. Oppure/e, qualsiasi cosa che FACCIA RIDERE. L'ironia cazzo, l'ironia. Siamo stati lì a maciullarci con Pascoli, Carducci e Manzoni, belli eh, belli, ma l'ironia è qualcosa di molto più difficile da fare, se la si vuole far bene, di una descrizione bucolica del lago di Como.
      Cazzo, avremmo dovuto studiare sì Dickens (alcuni libri), Michele Serra, Catullo, boh magari anche qualche romanzo ellenistico. Quelli sì.

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  7. Ludovico Ariosto, un uomo un mito. Guarda cosa combina nel proemio dell'Orlando Furioso: in 16 versi riesce a compendiare e prendere più o meno sottilmente per i fondelli i romanzi cavallereschi, l'amor cortese, "Dio lo vuole", il recupero umanistico dei classici, la piaggeria cortigiana e se stesso. Parliamone.

    Ma è una mosca bianca. Noi italiani non siamo capaci di autoironia. Darci importanza (a caso), ecco, in quello siamo campioni. Parliamo un po' anche di questo. O magari meglio di no.

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    1. decisamente anche no.
      L'unico che mi viene in mente possa parlare di pomposità ed umoprismo, era Giovannino Guareschi (personaggio 'papabile' per un'antologia, ma snobbato perchè troppo semplice - e troppo a destra?).

      E, temo, solo il Giovannino Guareschi del Diario Clandestino, quello in cui riportava i discorsi che faceva ai compagni di Lager nel 1944 - che, come diceva, erano stati approvati da tutti quelli che erano la.

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    2. pensa che per lunga pezza sono stata convinta che Guareschi fosse comunista!
      Adoro.

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  8. Per me è più un'operazione di marketing, non credo sia veramente possibile sostenere i costi, anche perché suppongo che, al di là dei costi di carta, trasporto, stampaggio etc etc ci siano anche i dipendenti da pagare...

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    1. Supponi bene, i dipendenti vanno pagati! ;) Scherzi a parte, a me pare evidente la "popolarità" dell'operazione (è più facile trovare i libri al supermercato che su Amazon), probabilmente NC si propone di fare guadagno sulla quantità di copie vendute. Vedremo...

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    2. Beh, per fare guadagno dovranno venderne, e parecchi! Non so quale sia il break even point ma direi che è moooooooolto alto :P

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  9. Diciamo che nel mio paese non esistono librerie, ma solo due cartolerie con i libri di narrativa scolastica e le ultime novità. Ho visto i libri a 99 cent e sono entrata per comprarne tre che non possedevo (per il discorso che uno che legge i libri li deve far suoi, fisicamente parlando). Poi ho pensato che avevo risolto il problema di santa Lucia, ché mi piace regalare libri ai miei virgulti, e farglieli trovare sul banco mescolati alle caramelle schifose e molli e colorate (un tempo regalavo i librini della Sonda, che facevano i millelire ma per ragazzi). In realtà non ho risolto niente perché è dura trovare qualcosa che possa funzionare per ragazzini di undici, dodici anni nella collana della NC.
    Comunque, i libri della NC sono lì, e non mi pare ne siano stati venduti granché.
    Non so perché ma mi dà l'idea che anche se qualcuno volesse avvicinarsi alla narrativa, non sarebbe quella la strada giusta. Uno che non legge, quando prende un libro vuole la soddisfazione di avere in mano un tomo bello, grande, colorato e con la copertina doppia. Se non non gli apre nemmeno di leggere.
    Poi, come abbia fatto la NC a permettersi tutto ciò, o con quale fine, non ne ho idea.
    So che io fino a tre, quattro anni fa lasciavo a una grande casa editrice italiana con distribuzione online quasi cento euro a mese, e ora non compro praticamente più nulla lì. Mi affido a una grande azienda di vendite online non italiana, con ascendenze naziste a livello di trattamento personale e con ascendenze alcaponiane a livello di 'paghiamo le tasse', che però mi offre libri scontati e (benedetto lettore [e-reader] tipico, dal costo ora contenuto e bellissimo) e-book al prezzo che dovrebbero avere gli e-book, visto che i costi di carta inchiostro distribuzione stoccaggio non esistono praticamente più.

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  10. Diciamo che nel mio paese non esistono librerie, ma solo due cartolerie con i libri di narrativa scolastica e le ultime novità. Ho visto i libri a 99 cent e sono entrata per comprarne tre che non possedevo (per il discorso che uno che legge i libri li deve far suoi, fisicamente parlando). Poi ho pensato che avevo risolto il problema di santa Lucia, ché mi piace regalare libri ai miei virgulti, e farglieli trovare sul banco mescolati alle caramelle schifose e molli e colorate (un tempo regalavo i librini della Sonda, che facevano i millelire ma per ragazzi). In realtà non ho risolto niente perché è dura trovare qualcosa che possa funzionare per ragazzini di undici, dodici anni nella collana della NC.
    Comunque, i libri della NC sono lì, e non mi pare ne siano stati venduti granché.
    Non so perché ma mi dà l'idea che anche se qualcuno volesse avvicinarsi alla narrativa, non sarebbe quella la strada giusta. Uno che non legge, quando prende un libro vuole la soddisfazione di avere in mano un tomo bello, grande, colorato e con la copertina doppia. Se non non gli apre nemmeno di leggere.
    Poi, come abbia fatto la NC a permettersi tutto ciò, o con quale fine, non ne ho idea.
    So che io fino a tre, quattro anni fa lasciavo a una grande casa editrice italiana con distribuzione online quasi cento euro a mese, e ora non compro praticamente più nulla lì. Mi affido a una grande azienda di vendite online non italiana, con ascendenze naziste a livello di trattamento personale e con ascendenze alcaponiane a livello di 'paghiamo le tasse', che però mi offre libri scontati e (benedetto lettore [e-reader] tipico, dal costo ora contenuto e bellissimo) e-book al prezzo che dovrebbero avere gli e-book, visto che i costi di carta inchiostro distribuzione stoccaggio non esistono praticamente più.

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